SARRACENIA SP. - Scheda pratica per la coltivazione -

La Sarracenia, un diffuso genere di pianta carnivora che comprende al suo interno diverse specie. La sua coltivazione è senza dubbio molto particolare e si differenzia moltissimo da tutte le altre piante. In questo articolo sono descritti, in modo semplice e conciso, gli accorgimenti da utilizzare per coltivarla al meglio.

 

 

Introduzione.

Il genere botanico Sarracenia è un genere di piante carnivore facente parte della famiglia delle Sarraceniaceae. Esso annovera un vasto gruppo di piante, tutte originarie dell’America settentrionale. Sono piante erbacee perenni dotate di rizoma strisciate (parte legnosa da cui si sviluppa l’apparato radicale e fogliare) che si espande sotto il livello del terreno consentendo alla pianta il proprio sviluppo.

In natura questo genere di piante carnivore, prediligono ambienti umidi e terreni torbosi con un basso pH, in cui nutrienti, in particolare l'azoto, è scarsamente presente nel substrato e reso indisponibili dal basso valore del pH.

 

 

Nutrizione.

Le Sarracenia necessitano di integrare il loro apporto di azoto mediante la cattura di prede e nel corso dell’evoluzione hanno sviluppato un metodo di cattura molto particolare. Le loro foglie, atte per la cattura degli insetti, si presentano con forme diverse, possiamo ritrovare all’interno di questo genere trappole tubiformi o a coppa.

Questa differenza di conformazione comporta anche due metodologie diverse di cattura:

• Le Sarracenia con ascidio tubiforme dunque con portamento eretto, sfruttano la loro tipica forma conica e le pareti scivolose per impedire la fuga della preda (Cfr. Figura 1);

 

Sarracenia tubiforme

Figura 1 – Gruppo di Sarracenie con ascidio tubiforme.

 

• le Sarracenia ad ascidio a coppa invece raccolgono l'acqua piovana con i loro ascidi, creando dei "pozzi" nei quali le prede annegano (Cfr. Figura 2).

Sarracenia coppa

Figura 2 – Gruppo di Sarracenie con ascidio a coppa.

 

Gli insetti attratti sia dalle abbondanti secrezioni di nettare prodotte dalla pianta, sia da una combinazione di colori e profumi, cadono al loro interno. Le prede vengono catturate per semplice caduta dentro l’ascidio. Una volta all’interno, non riescono più a sfuggire a causa delle pareti ricoperte di cera e ai peli presenti all’interno dell’ascidio stesso; quest’ultimi sono rivolti verso l’interno.

 

Coltivazione.

Contenitori

Si consiglia di utilizzare contenitori ampi, vasi di plastica larghi e profondi, per favorire la radicazione verticale della pianta e per fare sviluppare correttamente il rizoma. Generalmente si preferisce il vaso quadrato perché a parità di spazio occupato consente l’impiego di un maggior quantitativo di substrato che gioverà alla pianta (Cfr. Figura 3 e Figura 3). Utilizzare sottovasi alti ed in grado di contenere livelli di acqua che si aggirano intorno ai 4-5 cm soprattutto per garantire il giusto apporto idrico nel periodo estivo. A tal scopo sono particolarmente utilizzate le seminiere senza fori che, in virtù della loro dimensione, possono contenere anche diversi vasi (Cfr. Figura 5).

Vaso quadro alto

 Vaso quadro

 

 

 

 

 

 

Figura 3 – Vaso quadrato, modello alto, a sinistra. Per acquistare, clicca qui.

Figura 4 – Vaso quadrato, modello basso, a destra. Per acquistare, clicca qui.

 

Seminiera danese art650

 

 

 

 

 

 

 

Figura 5 – Seminiera senza fori sul fondo, a sinistra. Per acquistare, clicca qui.

 

Terriccio

Per la coltivazione di Sarracenia si utilizza generalmente un composto a base di torba bionda acida di sfagno (pH 3-4) (Cfr. Figura 2) miscelata a perlite (materiale inerte utile per arieggiare ed alleggerire il substrato) (Cfr. Figura 7) in proporzione 1:1. Si può anche optare per il solo utilizzo di torba bionda acida di sfagno pura ben setacciata di ottima qualità.

 

Torba acida di sfagno Floratorf

 Perlite 2 6

 

 

 

 

 

 

Figura 6 – Torba bionda acida di sfagno con pH 3-4, a sinistra. Per acquistare, clicca qui.

Figura 7 – Perlite 2/6 mm, a destra. Per acquistare, clicca qui.

 

Acqua

Usare solo acqua piovana, demineralizzata, distillata o da osmosi inversa, sempre presente nel sottovaso. Queste piante non tollerano calcare ed altri sali disciolti nell’acqua.

 

Luce

Il fattore luce è un punto cruciale, infatti le sarracenia prediligono illuminazione forte e sole diretto. Nel nostro clima, però, soprattutto nei mesi estivi le temperature sono molto elevate ed un’eccessiva esposizione alla radiazione solare diretta può danneggiare l’apparato radicale (sofferenza radicale) con il conseguente blocco dello sviluppo della pianta. In questo caso si consiglia una leggera ombreggiatura, con teli appositi, nei mesi estivi più caldi (giugno-agosto).

 

Temperatura

Le piante resistono bene a temperatura tra -5 e 40°C con delle piccole accortezze.

Nel periodo estivo mantenere le radici fresche con l’ausilio di ombreggianti e contenitori preferibilmente bianchi di materiale che non faccia surriscaldare eccessivamente l’acqua al loro interno. Dobbiamo tenere bene presente che Il genere Sarracenia comprende piante originarie di paesi dove difficilmente si va sotto lo zero e quando capita, è soltanto per poche notti di seguito. Nel periodo invernale, dunque, si consiglia di coprire con del tessuto non tessuto il vasetto per proteggere le radici e la pianta. Nel caso le temperature persistono per troppi giorni al di sotto dello zero, si consiglia un riparo in serra fredda.

Queste piante hanno bisogno di un riposo vegetativo invernale di almeno 3 mesi: in questo periodo è sufficiente mantenere la pianta in luogo luminoso e con il substrato umido, lasciando pochi cm di acqua nel vaso. È molto importante assicurarsi che la pianta in dormienza, soprattutto se giovane, non sia soggetta a forti e prolungate gelate, che potrebbero indebolirla a tal punto da ucciderla.

 

Rinvaso

Effettuare tale operazione nel periodo di riposo invernale per non stressare la pianta e per favorire la ripresa vegetativa. Si consiglia di evitare i periodi più freddi in cui si rischiano gelate che potrebbero danneggiare la pianta. Posizionare il rizoma decentrato, tenendo l’apice vegetativo il più possibile lontano dal bordo.

Si procede riempiendo con il mix precedentemente preparati di torba e perlite inumiditi, per circa metà vaso, collocare le radici e il rizoma come riportato sopra e riempire il restante.

 

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